La poetessa della libertà ora ha meno segreti
Il castello di Valsinni, in Basilicata, dove visse e venne uccisa la poetessa Isabella Morra (1520-1546): le sue poesie vennero pubblicate per la prima volta nel 1552 Cupo e sinistro come 500 anni fa, il castello dove visse e fu trucidata la poetessa Isabella Morra domina tuttora la valle dall'alto del borgo antico di Valsinni, non lontano da Matera. Non ci si può non domandare come la donna - aveva poco più di vent'anni quando i fratelli la ammazzarono nel 1546 a causa di un sospetto legame sentimentale con il poeta spagnolo e barone Diego Sandoval de Castro - non sia impazzita nel rimanere prigioniera di questo claustrofobico maniero e sia riuscita invece a tradurre in versi struggenti il proprio disperato anelito di libertà. Il Iuogo si chiamava Favale e il feudo apparteneva ai baroni Morra. Nel 1528 il padre di Isabella, dopo la vittoria della spagnolo Carlo V per il possesso della penisola e la sconfitta di Francesco I di Francia cui era alleato, emigra a Parigi. Isabella non lo rivedrà più e per lei, costretta a vivere in quel borgo isolato insieme con altri sei fratelli incolti e brutali, diverrà il simbolo dell'agognata libertà. Potrà tuttavia studiare, poi comincerà a comporre versi petrarcheschi. Consapevole del proprio talento, sente l'esigenza di incontrare artisti e poeti, invece «son costretta a menar il viver mio/ qui posta da ciascuno in cieco oblio» scrive, «fra questi aspri costumi/ di gente irrazional, priva d'ingegno». Architetta la fuga. I fratelli mal tollerano la superiorità morale e culturale della sorella, e in assenza del padre si sono arrogati il diritto di spiarne ogni mossa e controllarne la corrispondenza. Quando riescono a intercettare lettere e poesie che lei scambiava con Sandoval tramite il suo pedagogo, decidono di «salvare l'onore della famiglia» uccidendo quest'ultimo, poi Isabella, infine Sandoval. La natura della relazione fra Diego e Isabella non sarà mai accertata, ma il canzoniere della Morra non lascia dubbi: le sue liriche non anelano all'amore ma alla libertà. La prima pubblicazione delle poesie è di Ludovico Dolce in Rime di diversi illustri signori napoletani nel 1552. Da allora, i suoi scritti sono stati ristampati e analizzati più volte, anche da Benedetto Croce. La sua tragica vicenda è divenuta leggenda: ha ispirato biografie, racconti, film e testi teatrali. La più recente ricerca d'archivio ha portato alla luce nuovi inediti particolari, cui ha attinto la studiosa lucana Gaetana Rossi, che proprio nel tempo che ha visto Matera eletta capitale europea della cultura in Stella Avversa non solo analizza il canzoniere della Morra, ma arricchisce con precisione minuziosa dettagli sconosciuti della sua vita. (Tratto da: G. Russo, La poetessa della libertà ora ha meno segreti, Corriere della Sera, 1 giugno 2015) Nel testo si parla del sospetto legame sentimentale di Isabella con il poeta spagnolo Sandoval. Quale espressione dimostra che il sospetto era infondato? |