La Corte Ospitale
produzione, promozione, formazione, ricerca per il teatro

Teatro Herberia
piazza Gramsci 1/b Rubiera RE


domenica 12 gennaio 2003

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ore 17.00

La memoria del lavoro: identità, storia, cultura

conversazione con

Sergio Cofferati
Presidente Fondazione “G. Di Vittorio”

e

Ascanio Celestini
Attore, drammaturgo

ingresso libero sino a esaurimento posti

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ore 21.00

Fabbrica

uno spettacolo di e con

Ascanio Celestini

Associazione Agresta


C’è una sorprendente alchimia per quei progetti culturali che nascono sotto una fortunata stella. Progetti che per il loro elevato profilo artistico, la loro sincera adesione e la loro (in)consapevole lungimiranza sono in grado di anticipare gli accadimenti del tempo, presagendo le difficoltà e i turbamenti che la nostra società vive quotidianamente.

Fabbrica, lo spettacolo che inaugura la stagione di prosa 2003 del Teatro Herberia di Rubiera RE il prossimo 12 gennaio alle ore 21, scritto, diretto e interpretato da Ascanio Celestini, realizza una di queste preziose, magiche consonanze. Uno spettacolo sulla storia del lavoro in Italia, scritto in giorni in cui nulla faceva presagire a questi tempi di profonda crisi in cui le fabbriche chiudono e i nomi dei lavoratori allungano le liste di mobilità e cassa integrazione.

Acclamato dalla critica e amato dagli spettatori che riconoscono in Ascanio Celestini il sensibile affabulatore in grado di graffiare e commuovere con suo dire semplice e poetico, lirico e diretto, l’attore-autore affronta il tema scottante del lavoro, raccontando la storia di un capoforno, vista e narrata da un operaio che viene assunto in fabbrica per sbaglio alla fine della seconda guerra mondiale. Il capoforno parla della sua famiglia. Del padre e del nonno che hanno lavorato nella fabbrica quando il lavoro veniva raccontato all’esterno in maniera epica.

Spettatore prestigioso, che ha voluto essere presente a Rubiera proprio per lo spettacolo di Celestini, sarà Sergio Cofferati, che ha voluto essere presente in veste di Presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio e che terrà una conversazione con Ascanio Celestini aperta al pubblico (ingresso gratuito sino a esaurimento posti) al Teatro Herberia alle ore 17.00 sul tema La memoria del lavoro: identità, storia, cultura..

Recentemente insignito del Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2001 che lo riconosce “capace di ascoltare e rielaborare testimonianze e di tradurle meravigliosamente in opere”, “per il suo valore di affabulatore, il rigore nella costruzione delle opere, la raffinata, musicale circolarità del raccontare” e recentemente insignito del Premio Ubu Speciale 2002 “per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia d’oggi come un mito e viceversa”, l’attore-autore romano presenta a Rubiera la sua ultima creazione che ha visto la sua genesi proprio qui a Rubiera, nell’ambito del laboratorio da lui condotto con l’Università del tempo libero lo scorso anno e che è poi proseguito con diversi laboratori che hanno coinvolto alcuni tra i più importanti centri di ricerca teatrali in Italia (alla Piaggio di Pontedera, alle cave di Santarcangelo, nelle miniere del Monte Amiata).

“Dopo un anno di laboratori in giro per l’Italia – scrive Celestini - abbiamo raccolto storie isolate, frammenti di racconti che ruotano tutti attorno al vissuto fisico della fabbrica. Chi racconta il lavoro racconta qualcosa del proprio corpo. Anche quando parla del cottimo collettivo, delle vertenze sindacali e dell’articolo 18 usa un immaginario che fa riferimento al corpo. Come se per parlare di ciò che è accaduto si dovesse tradurre in un linguaggio i cui riferimenti sono la malattia e la salute, la bellezza e la deformità, la forza e la debolezza”.

“L’antica fabbrica aveva bisogno di operai d’acciaio e i loro nomi erano Libero, Veraspiritanova, Guerriero. L’età di mezzo ha conosciuto l’aristocrazia operaia con gli operai anarchici e comunisti che neanche il fascismo licenziava perché essi si rendevano indispensabili alla produzione di guerra. Ma l’età contemporanea ha bisogno di una fabbrica senza operai. Una fabbrica vuota dove gli unici operai che la abitano sono quelli che la fabbrica non riesce a cacciare via. I deformi, quelli che nella fabbrica hanno trovato la disgrazia. Quelli che hanno sposato la fabbrica lasciandole una parte del loro corpo, della loro storie e della loro identità”.

Posto unico €13; ridotto €10 (possessori Card, fino a 25 anni, oltre 60 anni); ridotto €6 (studenti Università di Reggio Emilia e Modena, operatori teatrali); per i gruppi organizzati di minimo 10 persone €13 con 1 omaggio per l’accompagnatore; sconto di €1 ai possessori di Ring Card.

 

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