ARGILLATEATRI

programmi, appuntamenti, curiosità


LA REALTA'

Attualmente Argillateatri è un teatro sotto sfratto. Una delle migliaia di situazioni romane che devono sottostare all’arroganza di affitti insensati.
Una vera e propria emergenza.
Dopo 10 anni in cui è stato l’unico spazio culturale del territorio Aurelio-Gregorio VII, Argillateatri dovrà lasciar posto forse ad un supermercato…
Con Argillateatri, però, si sfratta anche la cultura; non solo il teatro, ma anche la biblioteca regionale, il laboratorio di formazione professionale, le mostre, gli incontri, la libreria, lo spazio a disposizione del territorio.


i prossimi spettacoli...

...DAL FOLKSTUDIO AD ARGILLATEATRI

“…dal Folkstudio ad Argillateatri" una rassegna di musica libera. Il tentativo di proseguire un percorso iniziato e spezzatosi non soltanto con l’addio di Giancarlo Cesaroni, ma soprattutto con lo sfratto del Folkstudio da Via Sacchi e la successiva accoglienza nei sottoscala di una scuola a Via Cavour dove a stento si è riuscito a ritrovare lo spirito di un locale unico a Roma.

Sono passati sei anni da quando il Folkstudio ha chiuso i battenti. Tutti i materiali accumulati negli oltre 30 anni di attività sono stati donati alla discoteca di Stato che speriamo concluda presto l’opera di catalogazione dandoci la possibilità di accedere a documenti storici davvero importanti.

Giancarlo Cesaroni registrava con un registratore a cassette posto sul fondo della sala e lo vedevi scivolare nella penombra per cambiare il lato…

Il Folkstudio non era un locale, nel senso che se volevi bere dovevi aspettare l’intervallo con la preghiera di essere silenzioso.

Per rispetto alla musica.

Qualunque musica si stesse suonando. Di un musicista sconosciuto o di un artista famoso.

Al Folkstudio si andava per ascoltare la musica. Si sedeva scomodi, ma a tu per tu con gli artisti, spesso quando il locale era affollato, trovavi posto direttamente sul bordo della pedana e c’era davvero modo di gustare fino in fondo le note.

Da tempo Argillateatri ospita concerti di genere diverso: dal Jazz al rock, dalla musica classica alla musica indiana, iraniana, araba, al canto armonico. Sempre con programmazioni di notevole livello, sempre con lo spirito di dare alla musica l’attenzione che merita. In un teatro, e non in un luogo dove qualcuno suona mentre gli ascoltatori fanno altro… come del resto era il Folkstudio.

La rassegna si propone dunque come come un ideale prosecuzione di quello che è stato a Roma il Folkstudio. Il luogo dove si raccoglie la musica che vive, quella che passa, quella sconosciuta, quella urgente.


Ospiteremo artisti che nella propria storia hanno solcato le scene del Folkstudio, il celebre locale romano dove nacquero artisticamente Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Stefano Rosso, Luigi Grechi, Giorgio Lo Cascio e molti altri. A Roma e in genere nelle grandi città si sente molto la mancanza di un luogo come il Folkstudio. Luogo di altra musica e altra socialità per i grandi ma dove veniva garantito uno spazio per i più giovani. Un’ irripetibile esperienza musicale, culturale e sociale. La rassegna ospiterà nomi noti e meno noti attraversando i generi legati al folk, alla canzone d'autore, fino al folk Irlandese, al bluegrass e ai vari stili di musica acustica.


21 aprile 2005 ore 22,00

STEFANO ROSSO

UN MAESTRO DELLA CHITARRA, UNA VOCE SPECIALE, UN ARTISTA PREZIOSO ED AUTENTICO DELLA NOSTRA STORIA MUSICALE

Stefano Rosso è un artista particolare nell'ambito della canzone d'autore Italiana.
Autore di alcune memorabili canzoni come Una Storia Disonesta (Lo Spinello) o Letto 26 (Via della Scala) Stefano Rosso ama esibirsi con una chitarra che padroneggia con uno stile fingerpicking americano. Le sue canzoni parlano di casa nostra ma anche di quell'oltreoceano che attraversa il nostro immaginario. I testi spesso sono caratterizzati da una linea di ironia a volte secca, propria di un vero Trasteverino con la sua inconfondibile erre moscia. Nella sua lunga carriera Stefano Rosso ha sfornato ben undici dischi, non tutti hanno avuto successo, forse è proprio questo a tenerlo lontano dall'industria discografica, ma Stefano è popolare e diretto nel suo rapporto con il pubblico che dopo trent'anni gli è sempre fedele ed affezionato e che affluisce ai suoi concerti vivendoli ogni volta come veri e propri momenti di dialogo e vicinanza tra chi suona e chi ascolta.

Un concerto intimo, amico, vicino che ci racconta un pezzo prezioso della nostra storia attraverso un percorso musicale tanto autentico e originale.


28 aprile 2005 ore 22,00

ANDREA TARQUINI


CANZONI E MUSICHE ATTRAVERSO I FOLKSINGER AMERICANI
ED IL FINGERSTYLE

Fin da ragazzo si interessa di musica folk, bluegrass e acustica in genere e questa passione lo porta a suonare con Stefano Rosso e Luigi Grechi. Col tempo focalizza il suo interesse su quei folksinger che sono anche musicisti ed utilizzano la chitarra acustica come strumento espressivo e non come mero strumento di accompagnamento di quel che si canta.

Da qui la sua passione per James Taylor, Tim O'Brien e per il fingerstyle. Anche se la musica non è il suo lavoro principale, la sua passione non è un hobby. E' molto di più. L'Italia -dice Andrea Tarquini- è piena di artisti talentuosi e spesso molto metodici a cui il sistema del lavoro non consente di investire in quel che fanno, e poi come diceva un vecchio motto dei primi folksinger americani: Real Musicians Have Day Jobs. I veri musicisti fanno un altro lavoro.

 

3 maggio 2005 ore 21,30

KALIPADA ADHIKARI e AMIN KHAN

CONCERTO DI MUSICATRADIZIONALE E MUSICA BAUL DALL’INDIA

Pakhi Adhikari ed Amin Khan passarono al Folkstudio nel 1994 con un concerto prevalentemente di canzoni Baul molto apprezzato dal pubblico e da Giancarlo Cesaroni che pur aveva mostrato qualche perplessità rispetto al richiamo della musica indiana.

La musica popolare indiana è multiforme. Basata su un sistema di scale dalle diverse tonalità, ha origine nei culti delle molteplici divinità indiane e spesso interpreta sentimenti, dolori, lotte e privazioni della gente comune.
Fra le innumerevoli tradizioni quella dei BAUL del Bengala di cui Kalipada Adhikary Pakhi, è uno dei più interessanti rappresentanti, racchiude nella musica e nella vita dei musicisti stessi l'essenza di un pensiero mistico antichissimo. Cantori nomadi, menestrelli erranti, i “Folli di Dio”, come sono chiamati nel loro paese, sono infatti musici, poeti, danzatori che cantano poemi di rara bellezza, e storie vere. I canti sono dedicati alla divinità che risiede nel cuore di ogni uomo, sgorgano dal profondo delle loro anime ed hanno una ritualità che si esprime nei gesti, nei movimenti.
Nel concerto le musiche Baul si alterneranno a musiche tradizionali bengalesi antiche e moderne.

10 maggio 2005 ore 22,00

ARMANDO ZUPPA BAND


L’ARTE DEL BANJO. CONCERTO DI MUSICA NEWGRASS ED ACUSTICA


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